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I 7 errori più frequenti nel CV

Avere tutti gli strumenti per la ricerca al lavoro corretti è il primo passo per raggiungere l'obiettivo desiderato: trovare lavoro! Non sempre però il curriculum vitae che inviamo è perfetto al 100%, può capitare di commettere degli errori banali, causa distrazione e fretta, che influenzano negativamente il nostro successo. In questo articolo vi elencheremo i 7 errori più comuni che si possono commettere nella scrittura di un CV, così da non rischiare di essere scartati dai recruiter senza che essi abbiano valutato le vostre competenze ed esperienze pregresse.


1. Errori di grammatica


Uno degli errori più facili da commettere nella scrittura di un curriculum vitae sono gli errori grammaticali. Se un recruiter dovesse accorgersi dell'errore vi scarterebbe senza troppi indugi, perché risultereste delle persone superficiali e con poca cura. Ricordatevi che il CV è il biglietto da visita con cui ci candidiamo per una posizione lavorativa. Se la nostra presentazione viene "macchiata" da un errore, difficilmente saremo presi in considerazione e la colpa ricadrà solo su di noi. É importante ricordarsi di rileggere con attenzione il proprio CV così da eliminare la possibilità di cadere in questo errore banale e, se si vuole essere ancora più sicuri, la rilettura da parte di una persona esterna può essere un ottimo modo per avere un curriculum vitae grammaticalmente corretto.



2. Competenze false o enfatizzate


Come detto precedentemente il CV è il nostro biglietto da visita e come tale deve rispecchiare a pieno la nostra persona. Non bisogna attribuirsi false competenze o, ancora peggio, esperienze di lavoro che non sono mai state fatte, perché anziché aiutarci nel nostro intento di trovar lavoro, ci danneggiano. Scoprire false informazioni è semplice, il recruiter ha delle modalità per verificare se ciò che c’è scritto sul curriculum corrisponde alla realtà. Nel caso non volesse indagare, durante la fase di colloquio, la realtà verrebbe comunque a galla facendoci fare pure una brutta figura. Nella scrittura di un curriculum bisogna sì valorizzarsi, ma senza alterare le informazioni.



3. Dimenticare l’autorizzazione al trattamento dati


Dato che in un curriculum vitae si trovano informazioni personali, bisogna sempre ricordarsi di autorizzare il ricevente alla lettura dei propri dati. Se dovesse mancare questa autorizzazione il recruiter, ai sensi di legge, è impossibilitato a visionare il nostro curriculum. La cosa migliore è inserire a fine CV la dicitura al trattamento dei dati personali, che tenga conto anche della legge europea GDPR, così da non doverlo specificare ogni volta che ci si candida per una posizione.



4. Mancanza dei contatti o dati sbagliati


Questo errore, come gli errori grammaticali, rientra nella macrocategoria degli errori causati dalla distrazione. Il proprio recapito telefonico, così come la propria e-mail, sono elementi indispensabili in un curriculum vitae. Senza di essi è difficile essere ricontattati per un eventuale colloquio di lavoro e, oltre che esserci, devono essere corretti. Ricontrollate più e più volte, bisogna essere sicuri al 100%.



5. Organizzazione del CV sbagliata e foto inadatta


Avere un curriculum vitae con una bella veste grafica, con una divisione chiara delle sezioni e una struttura di facile lettura, è il primo modo per farsi notare positivamente. È importante che le sezioni abbiano una divisione visibile, che il percorso formativo non si confonda con le esperienze professionali. Il font del testo dev’essere semplice, evitate di usare il grassetto, il sottolineato o qualsiasi colore al di fuori del nero. Il modo migliore per non sbagliare è utilizzare dei template preimpostati o affidarsi ai siti specializzati nella stesura di un curriculum vitae, a tal proposito vi segnaliamo il sito più utilizzato per la creazione del CV: https://europa.eu/europass/it. Anche la foto vuole la sua attenzione, deve restituire un’immagine in cui risultate persone affidabili e professionali. Evitate di utilizzare foto in cui siete in vacanza o in una situazione non adatta.



6. Social Network personali non adatti


Nella parte di anagrafica è possibile inserire anche i link ai propri profili social network perché è sempre più diffuso da parte delle aziende di valutare un candidato anche dai propri profili social. È consigliato indicare solo i profili in cui si ha un utilizzo serio e professionale piuttosto che un utilizzato per svago e per la propria vita privata. Sia chiaro, nessuno dice che è sbagliato un utilizzo non professionale sui profili personali, ad esempio di Instagram, Facebook, Twitter, ma se così fosse è meglio non indicarli nel proprio CV. L’unico social network nato con una visione al mondo del lavoro è Linkedin, quindi se il proprio profilo è curato e completo di tutte le informazioni allora può essere inserito nella parte di anagrafica.



7. Curriculum vitae lungo e informazioni inutili


Quando un’azienda inserisce un annuncio di ricerca di personale, le risposte possono essere 50, 70… 150! Capite bene che il recruiter avrà una buona mole di lavoro, quindi se noi gli semplifichiamo il lavoro avremo un vantaggio anche noi. Un curriculum vitae non dovrebbe mai superare le 2 pagine, se non per casi particolari. Dobbiamo cercare di dare delle informazioni che siano allo stesso tempo esaustive e concise, soprattutto coerenti con la risposta all’annuncio. Se l’azienda sta cercando un addetto al back office, l’esperienza pregressa come barista in discoteca può essere omessa, o semplicemente citata in poche parole. Dobbiamo riuscire a rendere il nostro curriculum vitae un documento versatile, facile da modificare in base a chi o per cosa si sta rispondendo.




Questi errori che vi abbiamo elencato non sono così rari, a volte per distrazione, a volte per mancanza di informazioni corrette, si rischia di commetterne almeno uno. Ora che li hai imparati, riguarda il tuo CV e cerca di evitarli, così da non perdere delle opportunità di ottenere un lavoro!



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